APPELLO A TUTTE LE PERSONE, I MOVIMENTI, LE FORZE SOCIALI E DEMOCRATICHE….

COSTRUIAMO UN FRONTE COMUNE PROPOSITIVO
CONTRO LE MODIFICHE COSTITUZIONALI
PER UNA NUOVA RESISTENZA

DALLA RESISTENZA ALLE MODIFICHE COSTITUZIONALI
ALLA RINASCITA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA PARTECIPAZIONE

Come PrimaLePersone, lanciamo un appello a tutti i movimenti, i fronti di lotta e di proposta sociale.
Le modifiche costituzionali combinate alla legge elettorale Italicum rappresentano, nel sentire di molti, il maggior pericolo mai corso per la nostra Democrazia nella storia della Repubblica. Il nostro NO a queste riforme trova le sue ragioni sia per il metodo con cui sono state imposte al Parlamento ed al Paese al di fuori di ogni etica politica, che nel merito delle modifiche che introduce. Come tutti sappiamo il combinato disposto delle due iniziative governative modifica radicalmente sia l’architettura di bilanciamento dei poteri disegnato nella nostra Carta Costituzionale, che l’attuazione dei principi delineati nella prima parte della Costituzione che rischiano di essere travolti da nuove modifiche se ad ottobre vincesse il SÌ. In più con la modifica del Titolo V si accentrerebbero all’esecutivo di governo tutte le competenze oggi  condivise con le regioni e gli enti locali, determinando una compressione, se non una vera e propria espropriazione, delle autonomie locali e della democrazia di prossimità, ed introducendo surrettiziamente la possibilità di far passare come strategiche tutte quelle politiche volte alla privatizzazione (scuola, sanità, territorio, agricoltura, risorse energetiche, acqua, rifiuti, servizi pubblici locali, etc.) già oggetto dei provvedimenti legislativi del governo e che troverebbero piena attuazione se le riforme venissero approvate.
Come Prima le Persone siamo pervasi dal forte timore che sostenere solamente le ragioni del NO pur ben rappresentate dal cartello che compone il Coordinamento per la democrazia Costituzionale, di cui facciamo parte, sia necessario ma non sufficiente, poiché riteniamo che la nostra posizione possa essere facilmente strumentalizzata come conservatrice, di strenua opposizione alla vulgata riformista e giovanilista che Renzi vorrebbe rappresentare per il Paese.
Tutti sappiamo che le riforme sono volute e richieste per il tramite dell’Europa dalle cordate finanziarie che vedono nelle costituzioni dei paesi del sud Europa un ostacolo alla liberalizzazione, privatizzazione e mercificazione dell’esistente, (J.P. Morgan) ed è chiaro che le modifiche costituzionali intendono aprire la strada a trattati internazionali di liberalizzazione come il TTIP o il TISA.
I padri e le madri costituenti non potevano certo immaginare che a 70 anni di distanza lo Stato, o per meglio dire questo governo e chi lo sostiene, potessero considerare l’insieme del patrimonio e delle risorse pubbliche come alienabili e mercificabili, che la Repubblica fondata sul lavoro divenisse quella dei vaucher e della precarizzazione a vita, che la sovranità attribuita al Popolo divenisse quella del “popolo” dei nominati, quella della repressione di stampo nazifascista, verso i poveri, verso le fasce più deboli, soprattutto nei confronti di persone migranti; ma noi, al contrario dei tedeschi e degli italiani di allora che fingevano di non sapere, sappiamo e vediamo cosa sta accadendo e non vogliamo essere corresponsabili della strage che l’Europa dei mercati, della paura e dei muri sta mettendo in atto, abituandoci all’orrore quotidiano per narcotizzare le coscienze, togliendoci il diritto di restare umani.
Assistiamo ad una vera e propria rottura del patto sociale tra cittadini e Stato; la demolizione sistematica dei corpi intermedi, lo smantellamento dei diritti e del lavoro, la mortificazione della rappresentanza, la persecuzione sistematica di tutti quei movimenti di lotta e resistenza alla devastazione dei territori, dell’ambiente, dei beni comuni, la persecuzione poliziesca messa in atto contro gli attivisti pacifisti che si oppongono alle installazioni militari ed alle guerre, gli sgomberi di tutte quelle realtà che costruiscono dal basso esperienze di mutualismo e sostegno ai migranti, ai senzatetto, alla povertà, che producono cultura alternativa al sistema dominante, è esemplificata dal rapporto del “Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica” del 2015, presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui subito dopo l’ISIS vengono individuati come elementi di pericolosità per la sicurezza nazionale gli attivisti No Tav e No Triv.
Queste riforme minano profondamente la possibilità di continuare ad avere una ancor minima agibilità sociale e di pressione politica su tutti quei temi che da anni  sosteniamo insieme attraverso le diverse aggregazioni di cui siamo parte,  che rischiano di essere definitivamente travolte dall’istaurarsi di un vero e proprio regime travestito solo formalmente da democrazia.
Siamo ormai un Paese in cui il conflitto d’interessi è divenuto la regola, gli interessi privati ed indicibili prevalgono e schiacciano quelli comuni, la politica è sempre più disposta a contrattare il proprio potere anche con ogni forma di criminalità organizzata, in cui l’informazione libera è quasi una chimera.
Ma è ora di invertire la marcia e dar vita a una Nuova Resistenza che combatta il revisionismo renziano e mostri tutta la sua capacità propositiva.
Una Resistenza, quella dei nostri giorni, che si ricollega direttamente alla Resistenza che vissero i nostri partigiani, che in una condizione di difficoltà estrema e che certamente doveva apparire quasi senza speranza, lottarono, sacrificando la propria vita, per consegnare alle generazioni future la libertà dal nazifascismo e la nostra Carta Costituzionale. La rivoluzione culturale e sociale è già in atto ed è rappresentata delle numerose lotte e dalle buone pratiche diffuse su tutto il territorio nazionale. Superando differenze ed appartenenze, è oggi possibile coagularsi per costituire un fronte comune, ampio e variegato, in difesa della Costituzione, prefigurando al contempo il futuro.”
Per questo, senza voler essere nemmeno primi inter pares, ma semplicemente coloro che inviano un input, proponiamo a tutte le forze vive ed attive del Paese, alle donne e agli uomini liberi, ai movimenti di lotta per i beni comuni ed i diritti delle persone, per la Pace, per la democrazia partecipativa, a tutte le forze democratiche ed antifasciste, agli intellettuali, agli artisti, ai giuristi e costituzionalisti, agli amministratori degli enti locali che non sono disposti a scambiare la democrazia di prossimità con una candidatura” di incontrarci a luglio, possibilmente il 9 e 10, per iniziare un percorso comune volto a contrastare lo smantellamento dei principi fondanti della costituzione e prefigurare le norme costituzionali che vorremmo modificare, affinché sia possibile attuare realmente gli scopi prefissi nella prima parte della costituzione, aggiornandoli al mutato contesto storico e sociale, alle sfide locali e globali che ci attendono.
Proponiamo come sede dell’incontro Napoli, ove creare una coalizione tra le lotte e le iniziative sociali, culturali, artistiche e discutere assieme sul mondo che vorremmo tradotto in una rinnovata Carta Costituzionale a partire da temi come: la conversione ecologica della società e dell’economia; servizi pubblici e beni comuni; lavoro e diritti; riforma del Titolo V e autonomia locali; democrazia rappresentativa, partecipativa e diretta; migranti e accoglienza; donne e Costituzione.
Nelle prossime settimane daremo vita a un coordinamento organizzativo composto da chi vorrà parteciparvi che potrà organizzare all’evento e produrre dei documenti preparatori.

RITROVIAMOCI!
E’ il momento della responsabilità, è il momento dell’unione.

Per aderire scrivere a primalepersone@altraitalia.it
 

A seguire aderenti con eventuale appartenenza

Rossana Beccarelli

Alessandro Capuzzo Comitato Difesa Costituzione Trieste

Sergio Bellucci NetLeft

Nicola Lanza portavoce del movimento territoriale Labortorio progressista

Domenico Gattuso

Fabio D’Anna Decidiamolo Insieme
Delfo Burroni
Mario Sommella
Athos Gualazzi
Laura Ursucci
Laura Cima
Gaspare Viola

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