Gli operai dell’automotive o i nuovi nomadi

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OPERAI DI STELLANTIS TRASFERITI IN FRANCIA

Da alcuni giorni 200 operai napoletani di Stellantis sono stati trasferiti a Vesoul in Francia. Poco lavoro nella loro fabbrica a causa della carenza dei semiconduttori e superproduzione in Francia. Elementare! Il gruppo invia 200 italiani in Francia e sul posto lascia a casa 300 interinali.

Stivati nei bungalows dei campeggi della zona, a 1200 chilometri da casa, al debutto della stagione invernale. Roba da dopoguerra? Ma no, politica aziendale “made in 2021” di un gruppo a cui importa solo il massimo profitto ed il minimo costo. Semplice! Se Stellantis mette in cassa integrazione i 200 operai italiani dovrá pagare le aliquote contributive, cioé il ticket di contribuzione mensile e quello di contribuzione addizionale, mentre in Francia paga il salario ed i contributi per gli interimali.

Ma se gli interinali sono gli operai italiani questi non andranno in CIG in Italia e Stellantis,sostituendo gli interinali francesi con quelli italiani schiva il doppio costo. Ma non solo. Se il colpo riesce questo aggiustamento ottimale sará in futuro esteso a tutte le aziende europee del gruppo, in Francia,in Italia, in Spagna, in Polonia..

Tutto legale e gli operai messi davanti a scelte drastiche e difficili da schivare per chi vive del solo stipendio in condizioni di precarietá permanente. Distanze? Disagi? Problemi famigliari? Tutti danni collaterali banalizzati da chi combatte una sola guerra cinica: quella per il profitto.Intanto anche i 300 interinali francesi lasciati a casa tirano la cintura aprendo un fronte di rancore tra operai francesi ed italiani, dopo quello oramai pluridecennale con gli operai dell’est prima e con quelli cinesi in seguito.

Macchinari, robots, operai sempre piú alla stessa stregua : spremuti e gettati, capitale vivo fino a che rende e poi al macero. La mondializzazione accelera la sua asfaltatura degli acquisiti sociali e professionali del dopoguerra. Se da sinistra non cresce una vigorosa capacitá di rovesciamento del fatalismo produttivo mondializzato, saranno sempre di piú vincenti i paladini del protezionismo di estrema destra come la vittoria di Trump, portato anche dai voti degli operai, ha dimostrato.

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