Macron rilancia il nucleare

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Il presidente della Francia, Emanuel Macron il 9 novembre, in pieno svolgimento della COP26 a Glasgow,ha annunciato ai francesi il suo progetto di costruzione di nuovi reattori nucleari.
Si tratta quindi del progetto governativo di portare a termine la costruzione di sei EPR2 ,allo studio da molti anni. Con solenne gravità il presidente della Repubblica ha dichiarato : “Noi andiamo per la prima volta ,dopo dei decenni, a rilanciare la costruzione di reattori nucleari nel nostro paese e continuare a sviluppare le energie rinnovabili. Se noi vogliamo pagare la nostra energia a delle tariffe ragionevoli e non dover dipendere dall’estero, dobbiamo continuare ad economizzare l’energia ed a investire nella produzione di energie decarbonizzate sul nostro suolo. Questi investimenti ci permetteranno di essere all’altezza dei nostri impegni al momento in cui andremo a concludere la COP26 a Glasgow”.  In effetti un rapporto progettuale esiste fin dal 2018, quando era stato comandato dal ministro dell’Economia Bruno Lemaire che é tuttora in carica. Da quel momento lo Stato e EDF, la compagnia nazionale oramai privatizzata per buona parte, hanno avanzato con discrezione per mettere in opera il cantiere. Si tratta di un finanziamento di circa 47 milliardi di euro che lo Stato prenderà in carico per la metà.

COSA E’ UN EPR

L’EPR , in italiano REATTORE PRESSURIZZATO EUROPEO o ancora REATTORE dal POTERE EVOLUZIONARIO, è stato concepito negli anni 1990 dall’ impresa francese Framatome,filiale di EDF, e dalla tedesca Siemens. L’EPR fa quindi parte della filiera dei reattori ad acqua pressurizzata. Lo scopo della creazione di centrali nucleari EPR è quello del miglioramento parallelo della sicurezza e della redditività economica delle nuove centrali. L’EPR utilizza l’uranio arricchito a 5% o del combustibile nucleare MOX. La prima centrale EPR è entrata in servizio nel 2018 a Taishan in Cina. Il reattori sono stati costruiti da AREVA ,la sociétà francese specializzata nel nucleare. La potenza nominale netta di produzione di un reattore EPR è di almeno 1600 MWe

MA COSA NE PENSANO I FRANCESI ?

Macron ha rilanciato pubblicamente il progetto in questi giorni cavalcando il sentimento positivo di una maggioranza di francesi nei confronti dell’energia elettronucleare. Egli ha così varato la sua campagna elettorale ufficiosa per le elezioni del marzo 2022 ,forte del gradimento ,mai uguagliato a fine mandato, del 44% nei sondaggi.  Il sondaggio ( Istituto BVA) fatto tra ottobre e novembre sull’energia nucleare ha dato le indicazioni seguenti : Per 50% dei francesi il nucleare è considerato come uno dei principali “atout” del paese. Solamente 15% considerano che esso costituisca un handicap. Essi erano 34% nel 2019. La produzione di energia elettronucleare di EDF in Francia, prodotta da 58 reattori, rappresentava ancora nel 2019 87,7% del totale ,7,1% da rinnovabili ,0,6% da carbone ,1,1% da gasolio,3,5% da gas. Così è riportato da EDF sul retro delle sue fatture. Il dato di fatto è che le famiglie francesi che non pagano troppo cara l’elettricità, da quasi mezzo secolo, sono molto sensibili al fatto che non aumenti. Ma la pagano veramente poco i francesi la loro elettricità? Un esempio comparativo con l’Italia ? In Italia una fattura reale di Enel per il bimestre agosto-settembre 2021 ,contatore da 3KW ,senza canone televisivo e per un consumo di 114 KW ha ammontato a 55,91 euro ,abbonamento, accise ed Iva inclusa, ossia una media per KW di 0,4904 euro. In Francia una fattura reale di EDF di Agosto-settembre, contatore da 6 KW, tutte tasse incluse è costata 79,68 euro per un consumo di 362 KW ,ossia una media di 0,2201 euro. Il costo medio del KW fatturato in Italia da Enel é 2,22 volte più alto di quello fatturato da EDF in Francia.

NUCLEARE O EOLICO ?

Il dibattito è molto sostenuto in Francia dove il polo ecologista è piuttosto nutrito per le prossime elezioni presidenziali del 2022. A inizio novembre i sondaggi indicavano le seguenti intenzioni di voto per i candidati con un forte programma ecologista: Jean Luc Melanchon per LFI 7% Anna Hidalgo per il Partito Socialista 7% , Yannick Jadot per Europa,Ecologia,I Verdi 6%,Hélène Thouy del Partito Animalista al 2%. Certo i pro nucleare non scherzano con Macron dato al 23% ,Marine Le Pen con 19% ,Eric Zemmour al 15% e il candidato repubblicano ,qualunque esso sia, attorno al 13%. Senza contare i piccoli candidati addizionali il polo pro-nucleare rappresenta già qui’ il 70% degli intenzionati a votare. Ma per dare un’idea concreta del confronto tra il nucleare e l’eolico serviamoci di un esempio concreto. La centrale nucleare di Fessenheim situata in Alsazia è stata la prima e sola centrale chiusa in Francia dall’avvento del nucleare civile. Messa in servizio nel 1977, la centrale di Fessenheim è stata chiusa nel 2020 dopo 43 anni di attività. La decisione era stata presa dal presidente Hollande ed è stata confermata dal presidente Macron. Questa scelta serviva a confermare la volontà della governance francese di accelerare la transizione dal nucleare ad altre energie rinnovabili pulite e sicure. In 43 anni di attività la centrale ha prodotto 448 TERAWATTORA di elettricità, l’equivalente di 30 anni di consumi elettrici della regione Alsazia. Lo smantellamento della centrale debutterà nel 2025 almeno che i richiedenti la riapertura, EDF, ex dipendenti e politici di destra non la spuntino. La decisione di Macron di rilanciare il nucleare, dopo la conferma della chiusura di Fessenheim ,promette male d’altronde. I salariati di EDF che lavoravano sul sito erano 760, di cui maggioritariamente dei tecnici di media ed alta qualifica professionale. Ma per rimpiazzare Fessenheim quante mega pale eoliche servirebbero? Gli studi fatti da pro e contro il nucleare hanno indicato che ne servirebbero tantissime. Il sito ecolo.org indica che ne servirebbero più di 4000 da 2 Megawatt ciascuna. Ma l’eolico nessuna collettività locale lo vuole di primo acchito. Grandissimo problema per un paese che produce da 43 anni la stragrande maggioranza del suo fabbisogno elettrico con il nucleare, che non è specialmente soleggiato e che non è neppure fortemente e costantemente spazzato dai venti.

PRO E CONTRO DEL NUCLEARE
Ma quali sono i veri pro e contro del nucleare? I vantaggi salienti del nucleare sono:
– Un’energia che in produzione non emette gas à effetto di serra.
– Una capacità di produzione 24 ore su 24 e 265 giorni l’anno, continuativa ma che si adatta alla domanda della popolazione.
– Una risorsa che permette alla Francia di essere indipendente e di non dover importare KW.
E quali sono gli inconvenienti del nucleare?
– Delle scorie nucleari che ad oggi non si sa ancora come riciclare.
– Delle risorse in uranio limitate.
– Un problema di sicurezza che crescerà con l’invecchiamento delle centrali e con i disastri climatici come la carenza di acqua per il raffreddamento dei reattori o il rischio di inondazioni.
– Il costo esorbitante del carenaggio di protezione delle centrali.

In conclusione, nonostante la forte spinta ecologista e la crescita della coscienza ecologica tra la popolazione ,l’interesse pratico ed il confort acquisito vedono i francesi , popolazione e politici molto più propensi a rinforzare l’elettronucleare che a ridimensionarlo. Questo è ancora uno dei grandi problemi della costruzione europea. Gli interessi locali in vari campi economici,energetici,sociali,politici fanno della UE un calderone dove il l’integrazione non quaglia perché gli ingredienti sono poco compatibili e sovente in contrasto. Resta la speranza che la discesa in campo dei giovani contribuisca a cambiare ed ad omogeneizzare le mentalità nel senso di una presa in carico delle ragioni in prospettiva uscendo dalla troppa usuale quotidianità delle nostre percezioni, delle nostre esigenze, dei nostri consumi sovente legittimi ma pericolosi ed econocivi.

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