Bruxelles/Roma una svolta storica dal blog di Laura Cima
Devo raccontarvi troppe cose, emozioni, ansie, pensieri e fatti concreti che mi hanno travolta e non lo potrò fare solo oggi perchè la matassa è ancora da sbrogliare tra corpo, affaticato ma con tutti i sensi risvegliati, e mente, troppo investita da incontri vecchi e nuovi, da pensieri che si accavallano, da documenti da interpretare, tradurre e diffondere. Quello che ho chiaro è che la prospettiva da cui guardo è cambiata. Che ho bisogno di verificare e condividere un nuovo punto di vista con chi sono in relazione, non solo chi è stata con me in questo viaggio ma anche quelle e quelli a cui lo sto raccontando che stranamente improvvisamente ritrovo, anche se da anni non erano con me. Come molte amiche coinvolte dall’ultimo libro a cui ho contribuito come testimone (Sessantottine) e che il 5 di questo mese presenteremo al Circolo dei Lettori con una giornalista che ha iniziato a fare politica nei verdi quando era quasi una bambina ed ora che l’ho ritrovata scopro che due dei suoi figli che avevo visto appena nati ora sono in giro per il mondo come universitari. Stamani era al TG3 ad intervistare Tullia Todros, la ginecologa che ha fatto nascere Andrea e ha condotto con noi al consultorio del S.Anna e nel movimento delle donne la pratica del parto naturale. A Roma ritrovo Rosanna Oliva, che con me ha portato avanti il diritto delle madri di dare il cognome ai loro figli, da decenni, purtroppo inutilmente per ora nonostante tre condanne di corti europee ed italiane, una delle tante vergogne del nostro sistema politico maschile. Appena tornata a Torino me la vedo in Tv, intervistata nella trasmissione #Le ragazze: https://twitter.com/RaiTre/status/1068840890616041474?s=08.
A Roma nell’affollatissima riunione alla Casa delle donne, appena arrivata nel primo pomeriggio da Bruxelles con Ilaria Baldini che seguo con affetto da quando mi ha fatto conoscere Rachel Mogan, autrice di Stupro a pagamento, ritrovo seduta vicina nell’unica sedia libera che trovo, Anna Di Salvo di Cittá vicine che, con Eliana Rasera, Sara Messina e Sara Catania, Emma Baeri, Graziella Proto de “Le siciliane” e tante altre amiche care, era a Catania all’incontro organizzato per presentare L’ecofemminismo in Italia e da allora ci siamo sempre tenute in contatto.
Al tavolo della presidenza Alessandra Bocchetti, di cui ho parlato sovente e recentemente anche nel libro, una delle femministe che amo di più. C’é anche Marina Terragni, con cui ho cominciato l’avventura dell’ecofemminismo a Bologna in quello storico Madre Provetta che già allora denunciò i rischi delle manipolazioni genetiche , e della fecondazione artificiale a cui ci riporta Elvia Franco di Diotima, con noi da allora, con l’intervento che ho condiviso nel mio precedente post “segnali da non sottovalutare”, e con il suo commento. Con Marina il rapporto per me è difficile, spesso mi trovo in disaccordo con le sue aggressività improvvisate come l’ultima contro il sindaco di Riace Lucano, ma in quella sala concordo con lei rispetto alla necessità di contrastare l’utero in affitto e la prostituzione. Come concordo con i contenuti dell’ultimo Sottosopra e gli interventi di Muraro, presente anch’essa con Lia Cigarini ed altre della Libreria delle donne di Milano. Nel mio primo libro ” Il complesso di Penelope”, testimonianza della mia vita politica e privata totalmente connesse come sempre, ho chiarito come teoria e pratica della differenza mi abbiano dato tanto ma abbiano contemporaneamente tolto al movimento delle donne in Italia, dai tempi della lotta per il divorzio e l’aborto, l’autorevolezza alla politica istituzionale conquistata dalle nostre costituenti, con il diktat obbligatorio all’estraneità alla politica seconda, perchè maschile.
Capite che affastellarsi di relazioni, di storie, di percorsi che si intrecciano e si dividono, di prospettive che si incontrano mi sta coinvolgendo? E nel frattempo, perchè io sono curiosa come il titolo della rivista curata negli anni settanta da Vicky Franzinetti, mia compagna nei gruppi della salute femministi, nelle lotte per l’aborto e in mille altri momenti vincenti come il congresso di Rimini di Lotta Continua, voglio sapere cosa è successo nel congresso dei Verdi, unico partito che ho fondato e a cui sono stata iscritta fino a dieci anni fa, quando fui per la seconda volta fatta fuori dai dirigenti maschi, con la complicità di alcune donne autorevoli, allora da Pecoraro e Cento e prima da Rutelli ed Edo Rochi con Mattioli e Scalia che non avevano digerito la mia elezione a presidente di un direttivo di sole donne del gruppo parlamentare. Voglio sapere cosa è successo nell’incontro di DeMagistris che mi aveva invitata a Napoli in occasione del primo congresso di DemA, coincidente con la prima bella assemblea di Potere al popolo, a cui avevo fatto un salto e apprezzato l’entusiasmo di tanti giovani e la presidenza femminile. Così ho praticamente finito questo lungo elenco di nodi riannodati perchè non ho nessuna intenzione di dirvi quello che ho saputo di queste tre forze politiche, i cui incontri non ho capito quale novità reale propongano in questa disastrata politica italiana. Così per ora vi allego in calce solo la traduzione italiana, fatta da Roberta Gasparetti, del comunicato delle amiche svedesi, conosciute come tante altre grazie allo straordinario intuito politico della mia amica del cuore Monica Lanfranco con cui lavoro in piena sintonia da quasi venti anni, sull’incontro di Bruxelles, dove sotto il nostro residence i gilet gialli hanno incendiato una macchina della polizia e deviato i bus che ci servivano, incontro dove é nata la rete femminista europea che mi ha entusiasmato e convinta alla nuova prospettiva. Monica è la vera protagonista.
Eccolo:
“Il 30 novembre, diverse organizzazioni femministe si sono incontrate a Bruxelles e hanno fatto nascere FUN Europe, acronimo per Feminists United Network Europe, con la tagline “Europa needs Feminism,” L’Europa ha bisogno di Femminismo. Ne fanno parte femministe di organizzazioni non governative e partiti politici femministi provenienti da diversi paesi europei. I paesi rappresentati sono al momento Svezia, Danimarca, Germania, Romania, Polonia, Spagna e Italia. L’obbiettivo del network è offrirsi supporto reciproco partecipando ad azioni congiunte e formare una piattaforma politica comune per le prossime elezioni europee. Feminist Initiatiive della Svezia è stata scelta come coordinatrice.
La Segretaria del Partito svedese Feminist Initiative Gudrun Schyman ha detto :” In Europa ci stiamo organizzando come reti femministe in un network, così potremo operare rapidamente e in molteplici forme, stiamo portando a un livello superiore la collaborazione femminista internazionale. In tempo record ci siamo costituite in questo network e abbiamo già concordato una serie di azioni concrete che verranno intraprese. La prima è aver concordato di sviluppare una piattaforma politica femminista in comune per le prossime elezioni Europee a cui potranno unirsi tutte le femministe di tutti i paesi Europei”.
Liv Dali di Feminist Initiative Danimarca ha dichiarato “oggi abbiamo scritto un pezzo di storia. Abbiamo creato Feminist United Network Europa. Il femminismo non conosce confini, e insieme uniremo le nostre forze e svilupperemo l’Agenda Femminista Europea!”.