Lanza (Laboratorio Progressista): Acqua pubblica, punto di non ritorno. La politica faccia un atto di responsabilità
Il prossimo 13 APRILE, alle ore 10.30, ci sarà l’ennesima seduta del Consiglio regionale del Molise chiamato ad esprimersi sulla proposta di legge n.136, di iniziativa della Giunta regionale, riguardante disposizioni in materia di risorse idriche della Regione Molise.
Ancora una volta Laboratorio Progressista, Prima le Persone, Isernia Domani, Libera, saranno presenti alla seduta del Consiglio Regionale, insieme ai Sindaci coraggiosi, alle persone che vorranno esserci, per chiedere ai consiglieri regionali una posizione chiara, netta, responsabile. L’acqua molisana, la sua gestione, resti pubblica.
Abbiamo più volte scritto che l’acqua è un bene che rientra nella proprietà collettiva. L’acqua, per il Molise rappresenta una grossa risorsa che non deve e non può essere ceduta agli appetiti delle multi utility ma dovrebbe restare saldamente nelle mani del territorio, dalla captazione alla induzione.
Chiediamo ancora una volta, ai 136 Sindaci del Molise di presidiare il Consiglio Regionale, il Molise è in uno stato comatoso, serve una visione alta della politica che rimetta al centro i beni comuni al fine di utilizzarli come volano per creare lavoro e opportunità per chi sceglie di vivere e lavorare nel Molise.
I Consiglieri regionali dovranno assumersi le loro responsabilità, non basta dire L’EGAM è un pasticcio noi non voteremo quella legge ( come dichiara il consigliere regionale Michele Iorio).
Non basta dire daremo in gestione la captazione e l’induzione ad una “società in house” (come da subemendamento presentato da Frattura e passato in Consiglio lo scorso 31 Marzo), perché la “società in house” è l’anticamera della privatizzazione, come bene sanno anche i sindacati che sostengono questa tesi.
Ciascuno risponderà delle proprie azioni, i Consiglieri regionali che dovranno legiferare, i Sindaci che hanno deciso di demandare e quelli che hanno a cuore le sorti del Molise, i cittadini che sceglieranno di vigilare e quelli che preferiscono delegare.