Dalle lotte per l’ambiente, la democrazia, i diritti e i beni comuni all’autorappresentanza dei movimenti e dei cittadini

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Roberta Radich & Antonella Leto 

Contributo per l’Iniziativa di Genova, 24 ottobre 2015 , Altra Liguria – Primalepersone
Quali idee per l’Alternativa?

Carissime e carissimi,
purtroppo non abbiamo potuto partecipare di persona per motivi di impegni nelle nostre rispettive regioni e per la difficoltà nel muoverci continuamente per l’Italia. La partecipazione sociale e politica, del tutto volontaria,  prende gran parte della nostra vita e del nostro tempo: la fatica si sente ma l’entusiasmo non scema.
Innanzi tutto vogliamo ringraziare il mitico, lasciatecelo dire, gruppo de L’Altra Liguria – Primalepersone. Grandi resistenti nei momenti in cui è stato necessario resistere e grande fonte di proposte e di iniziative, non ultima questa in corso che ha visto e vede un’alta qualità dei contribuiti e delle riflessioni. Grazie a Simonetta, Luigi, Danilo, Bruno e alla nostra presidente infaticabile e sempre sul pezzo, Laura Cima e a tutti coloro che non conosciamo direttamente.Ringraziamo i relatori del mattino, i partecipanti a questa tavola rotonda e tutti i presenti.
Abbiamo molte cose da dire, volevamo fare due interventi distinti ma ultimamente ci esprimiamo assieme: questa modalità, non voluta inizialmente, pensiamo possa essere un tentativo di superare quelle forme personalistiche e individualistiche che, come un veleno sottile e pervasivo, penetrano in ogni ambito del mondo partecipativo e politico. Crediamo non sia un particolare ininfluente della degenerazione della politica in Italia.  
Vogliamo semplicemente metter assieme alcuni ragionamenti già condivisi con alcuni nei forum o nelle mailing list, sulla proposta politica in costruzione attraverso l’apporto di tutti.
Primalepersone nasce con una proposta di metodo, del quale parleremo dopo, sorta dall’esigenza di svincolarsi dalle logiche proprietarie e verticistiche di un modo di far politica che ha affossato ogni possibilità di creare una vera alternativa nel Paese. Attualmente più “cosine” della sinistra (come le ha definite il Fatto Quotidiano ultimamente) stanno ulteriormente rieditando esperienze già viste e conosciute: tutti abbiamo percezione che il soggetto unico delle sinistre non nascerà perché dilaniato tra molti capi ed opportunismi politici, ed anche quando nascesse, non avrebbe caratteristiche tali da muovere gli animi e riportare i cittadini a credere in una reale alternativa.

Roberta Radich & Antonella Leto 

Contributo per l’Iniziativa di Genova, 24 ottobre 2015 , Altra Liguria – Primalepersone
Quali idee per l’Alternativa?

Carissime e carissimi,
purtroppo non abbiamo potuto partecipare di persona per motivi di impegni nelle nostre rispettive regioni e per la difficoltà nel muoverci continuamente per l’Italia. La partecipazione sociale e politica, del tutto volontaria,  prende gran parte della nostra vita e del nostro tempo: la fatica si sente ma l’entusiasmo non scema.
Innanzi tutto vogliamo ringraziare il mitico, lasciatecelo dire, gruppo de L’Altra Liguria – Primalepersone. Grandi resistenti nei momenti in cui è stato necessario resistere e grande fonte di proposte e di iniziative, non ultima questa in corso che ha visto e vede un’alta qualità dei contribuiti e delle riflessioni. Grazie a Simonetta, Luigi, Danilo, Bruno e alla nostra presidente infaticabile e sempre sul pezzo, Laura Cima e a tutti coloro che non conosciamo direttamente.Ringraziamo i relatori del mattino, i partecipanti a questa tavola rotonda e tutti i presenti.
Abbiamo molte cose da dire, volevamo fare due interventi distinti ma ultimamente ci esprimiamo assieme: questa modalità, non voluta inizialmente, pensiamo possa essere un tentativo di superare quelle forme personalistiche e individualistiche che, come un veleno sottile e pervasivo, penetrano in ogni ambito del mondo partecipativo e politico. Crediamo non sia un particolare ininfluente della degenerazione della politica in Italia.  
Vogliamo semplicemente metter assieme alcuni ragionamenti già condivisi con alcuni nei forum o nelle mailing list, sulla proposta politica in costruzione attraverso l’apporto di tutti.
Primalepersone nasce con una proposta di metodo, del quale parleremo dopo, sorta dall’esigenza di svincolarsi dalle logiche proprietarie e verticistiche di un modo di far politica che ha affossato ogni possibilità di creare una vera alternativa nel Paese. Attualmente più “cosine” della sinistra (come le ha definite il Fatto Quotidiano ultimamente) stanno ulteriormente rieditando esperienze già viste e conosciute: tutti abbiamo percezione che il soggetto unico delle sinistre non nascerà perché dilaniato tra molti capi ed opportunismi politici, ed anche quando nascesse, non avrebbe caratteristiche tali da muovere gli animi e riportare i cittadini a credere in una reale alternativa.
Parimenti sappiamo che la stessa logica del bipolarismo sta morendo con l’affermarsi del partito unico della nazione, che destra e sinistra sono ormai categorie obsolete, non solo per il fallimento conclamato delle politiche a sinistra del PD, ma soprattutto perché a governare sono ormai interessi superiori a quelli che esprimono i partiti, che se ne intestano semplicemente l’esecuzione materiale, mentre i mandanti restano la lettera della BCE, le multinazionali ed un modello di sviluppo piegato alla logica della finanza globale. In questo contesto a nostro vedere, non ha senso rincorrere le politiche delle sinistre, sia perché ne conosciamo bene i meccanismi e la coazione a ripetere, sia perché non si esce altrimenti dalla logica inevitabile di costituire o riaggregare una parte che inevitabilmente dovrà dialogare e mediare con il PD nella vana speranza di ricostituire un centro-sinistra da “condizionare”.
Inoltre, poco ci entusiasma, la proposta del M5S che, pur avendo avviato una proposta dirompente, non ha saputo svilupparne le potenzialità, cadendo da una parte nella ricerca del consenso, inseguendo l’elettorato con proposte al ribasso che hanno portato troppo spesso il Movimento su posizioni populistiche razziste o intolleranti; dall’altra vede, di fatto, un processo decisionale padronale, lontano dalla nostra sensibilità sociale e democratica.
Tutti questi soggetti politici bloccati nella logica delle cariche e dei propri interessi autoreferenziali, incapaci di attrarre le risorse vive, attive, creative e pensanti del paese per rinnovare le proprie classi dirigenti, partiti incapaci di creare un rinnovamento attraverso una reale democrazia interna, sono stati, di fatto, o i promotori o la spalla, del processo di deriva democratica che ora vede l’epilogo nelle drammatiche riforme istituzionali che sono state approvate o sono in via di approvazione.
Non è possibile però contrapporre  a questo sistema partitico, una “società civile” composta da associazioni e organizzazioni del privato sociale e politico. Le grandi associazioni oggi sono spaccate: da una parte coloro che sono “leali” ai propri “mentori” politici, in primis il PD e dall’altra coloro che non riescono più ad appoggiare le drammatiche scelte dell’ex partito di Berlinguer. Molto del mondo associativo di fatto dipende ed è profondamente intrecciato e connesso al mondo partitico e a un sistema che ha saputo bloccare il cambiamento attraverso una fitta trama di connessioni consociative. Uno “stack system” direbbero i sistemici, un sistema bloccato.

Due grandi mondi sono usciti da queste logiche consociative, pur con molte contraddizioni interne. Il primo è il mondo dei movimenti e dei comitati: Movimento per L’acqua Bene Comune, i movimenti No Tav, No Muos, No Triv, ecc.,i comitati di difesa del territorio e dei beni comuni,  il secondo è rappresentato dal mondo del cambiamento eco-solidale.  Quest’ultimo è lontano dai “NO” e dalle lotte ma è fatto da piccole realtà associative, produttive, culturali, artistiche e porta avanti ogni giorno micro-cambiamenti che, assieme, costituiscono una massa critica, spesso inconsapevole della propria forza e della propria potenzialità trasformativa sociale e politica. 
Pablo Iglesias nel descrivere Podemos ha introdotto l’idea di di un processo di Transizione: Transizione da un sistema partitico bloccato, a un movimento politico aperto, capace di “promuovere un nuovo patto di convivenza sociale e territoriale (…) articolato attraverso un processo costituzionale che non è discusso negli uffici, ma mediante un grande dibattito sociale, che rende protagonisti della nuova Transizione non sono le élites politiche ed economiche, ma i cittadini”.
Questo è il nostro sogno partecipativo:  far ritornare i cittadini ad avere speranza nella propria capacità di autogoverno, di autodeterminazione, di fierezza come popolo e come persone.
La mobilitazione sociale e politica è già in atto nel paese, ma è atomizzata ed inconsapevole delle propria potenzialità. La devastazione lasciata dal sistema politico e le trasformazioni sociali, rendono impraticabile la costruzione di contenitori politici calati dall’alto, e capaci di tenere insieme il fermento composito della società.
Il cambiamento potrà nascere da un processo culturale e sociale che riavvicini alla politica i disillusi e che permetta di dar voce a chi non ce l’ha. 
Si tratta di scardinare la logica delle appartenenze, e dialogare con tutti in maniera trasversale sulla base del principale obiettivo da perseguire ai vari livelli del mondo sociale e politico: la conversione ecologica dell’economia e della società, costruendo dal basso connessioni ed iniziative comuni.
Siamo nati a marzo di quest’anno lanciando l’idea e il progetto di una Assemblea Permanente, dandoci un nome e uno statuto di servizio, ma non siamo e non vogliamo essere un soggetto politico classico. L’idea era e rimane quella di creare uno spazio politico orizzontale aperto a tutti, per discutere e decidere, ogni passo da fare assieme.
Non si tratta di lanciare un’idea ma di costruire un percorso. La rappresentanza come delega a persone inscritte in un sistema-partito verticistico o pseudo-democratico è destinata a morire di astensionismo. La strada per riconquistare il nesso tra mondo sociale e la rappresentanza politica non può che essere una inedita auto-rappresentanza dei movimenti e dei cittadini organizzati.
Questo possiamo perseguirlo creando percorsi politici nei movimenti, nelle lotte, nelle proposte concrete.
Abbiamo cominciato a far questo collaborando con il Coordinamento Nazionale No Triv, sostenendone la richiesta referendaria che costituirà una grande occasione per continuare la strada aperta dal referendum sull’acqua ma, in parallelo, sarà occasione per portare avanti assieme a cittadini e organizzazioni nuove riflessioni sull’orizzonte politico e promuove l’idea dell’autorappresentanza politica.  La battaglia No Triv pensiamo abbia il grande merito di aver messo al centro del dibattito sociale e politico la questione energetica e quella democratica. 
Pensiamo che attualmente ci si debba concentrare su pochi ma fondamentali fronti, creando reti e connessioni con tutti coloro che desiderano far crescere un movimento collettivo:

  1. RESISTENZA DEMOCRATICA: Il fronte referendario, in primis il referendum No Triv, il referendum confermativo delle riforme costituzionali e l’avvio di raccolta firme per ulteriori referendum (Italicum, Sbocca Italia, Scuola…).
  2. PROPOSTA POLITICA UMANITARIA – SOLIDALE e ECOLOGICA – SOCIALE:  
    L’incipit dell’introduzione al Convegno che si terrà a novembre a Palermo dal titolo “Pace e Diritti nel Mediterraneo” organizzato da Primalepersone e da Adif, recita: “I mutamenti climatici in atto cosi come le emergenze umanitarie sono il risultato di politiche predatorie imposte dalla finanza globale che non possono trovare soluzione se affrontate in maniera disgiunta da  una visione complessiva ed alternativa all’attuale modello di distribuzione della ricchezza”. Il continuo dramma dei migranti nel Mediterraneo o che transitano attraverso la Rotta balcanica, è un’emergenza umanitaria che va affrontata sia politicamente, sia creando inedite forme di socialità e di accoglienza.   
    Accanto a questo è necessario aiutare e favorire l’emersione e la consapevolezza del cambiamento nelle centinaia di migliaia pratiche ecologiche, sociali e solidali che sono disseminate nel nostro paese, avviando progetti di legge popolare e proposte di messa a sistema di tante buone pratiche e progetti  che stanno di fatto promuovendo una silenziosa e concreta conversione ecologica dell’economia e della società.
  3. PROPOSTA DI METODO E PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE SOCIALE ORIZZONTALE:
    abbiamo proposto fin dalla prima ora un’Assemblea Permanente aperta a tutti i cittadini e le organizzazioni sociali e politiche. Si tratta della proposta di uno spazio politico fisico e virtuale, entro il quale possano finalmente incontrarsi e decidere insieme le numerosissime componenti attive della società per attuare un’azione politica condivisa. Attualmente stiamo sperimentando la piattaforma decisionale LQFB che potrà essere aperta a tutti coloro riterranno di convergere nella direzione che stiamo prospettando.
    Ma la partecipazione esige anche una nuova cultura partecipativa diretta che deve crescere attraversando  una profonda trasformazione culturale che faccia transitare dalle ormai anacronistiche forme assemblearistiche basate sul metodo parlamentare che crea maggioranze e minoranze marginalizzate,  a forme decisionali collettive orizzontali che richiedono l’ausilio di facilitatori sociali capaci di creare un confronto aperto e produttivo e forme deliberative nuove basate sull’accordo e sulla progressiva sintesi delle posizioni, ricorrendo, solo ove veramente necessario, a maggioranze e minoranze classiche.

Concludendo, noi vediamo nell’Assemblea permanente di Primalepersone una proposta politica che passa da una profonda rivistazione della cultura politica e partecipativa, cultura politica obsoleta e incapace, attualmente, di contenere il nuovo e la richiesta di inclusone e partecipazione. Da qui pensiamo si debba e si possa ripartire.

Un abbraccio a tutte e tutti
Roberta e Antonella

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