Primo maggio, conto alla rovescia verso la MayDay

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Luca Fazio

da Il manifesto del 11.4.2015

Rete No Expo. Gli attivisti che da mesi si preparano a contestare l’esposizione universale presentano il programma di una tre giorni particolarmente ricca di blitz a sorpresa. Il 30 aprile corteo degli studenti, il giorno dopo manifestazione internazionale con partenza da piazza XXIV Maggio, poi ancora azioni itineranti e infine assemblea plenaria il 3 maggio per programmare altri sei mesi di lotta condividi Mez­zo­giorno non di fuoco. Tra le due pira­midi di rara brut­tezza che sfre­giano piazza Castello si arram­pica uno stri­scione. La chia­mano azione, la prima di una lunga serie. Il luogo è stra­te­gico. L’Expogate è sem­pre cir­con­dato dal disor­dine sfac­cen­dato di un’umanità che si aggira per il cen­tro sto­rico di un luogo che pro­mette chissà quali sfra­celli. Milano è il luna­park di ogni “evento”, che siano sedie da ven­dere (il salone del mobile) o l’umanità da sfa­mare. Quel mes­sag­gio appeso dalla Rete No Expo è rivolto a tutti, anche ai distratti, anche al blin­dato della poli­zia par­cheg­giato come se niente fosse. “L’Expogate che vogliamo — si legge sullo stri­scione — è quello per uscire da Expo”. Per sei mesi, invece, la città ci sarà den­tro fino al collo. Come resi­stere, con quali argo­menti aprire var­chi di con­sa­pe­vo­lezza, come non farsi anni­chi­lire dalla reto­rica dell’evento super pop, que­sti sono i “problemi”. Gli atti­vi­sti che a vario titolo e non solo a Milano si oppon­gono all’evento, un uni­verso fram­men­tato che per l’occasione sta cer­cando di rimet­tere insieme i pezzi, sono inten­zio­nati a durare almeno fino al 1 novem­bre 2016. Dalla loro hanno solidi argo­menti. Impor­tante dun­que è cali­brare con intel­li­genza l’inizio di una lunga par­tita che comin­cia il 30 aprile con un cor­teo stu­den­te­sco “inter­na­zio­nale” e pro­se­gue il giorno suc­ces­sivo con la “No Expo May­day” del primo mag­gio 2015, una data che da anni è sull’agendina di mezzo mondo, governi, poli­zie, mul­ti­na­zio­nali, asso­cia­zioni e ope­ra­tori della (dis)informazione. Che May­Day sarà? Gli atti­vi­sti dicono “un cor­teo inter­na­zio­nale gio­io­sa­mente e luci­da­mente incaz­zato, ribelle, popo­lare che attra­ver­serà il cen­tro di Milano, capi­tale della crisi e della pre­ca­rietà, riba­dendo che Expo­Fa­Male e che noi lo scio­pe­re­remo” (si parte alle 14,30 in piazza XXIV Maggio). Nono­stante le veline dei ser­vizi rical­cate dai gior­nali abbiano ipo­tiz­zato sce­nari apo­ca­lit­tici, la Rete No Expo ha già pre­vi­sto i tempi sup­ple­men­tari: il 2 mag­gio azioni iti­ne­ranti per la città, il giorno dopo “assem­blea ple­na­ria gene­rale” per guar­dare avanti. Il tutto sotto l’occhio vigile di alcune migliaia di agenti di tutte le poli­zie chia­mate a mili­ta­riz­zare la gior­nata inau­gu­rale dell’Expo (sicu­ra­mente ter­ranno d’occhio anche il cam­peg­gio al parco di Trenno alle­stito per acco­gliere i mani­fe­stanti che arri­ve­ranno da fuori). I numeri della piazza? Quest’anno è dif­fi­cile fare pre­vi­sioni, i più otti­mi­sti par­lano di cin­quan­ta­mila per­sone. Difficile. Più facile rac­con­tare chi ci sarà. I pro­ta­go­ni­sti di quelle lotte che non rie­scono a tra­dursi in azione poli­tica per­ché sono prive di rap­pre­sen­tanza. I pre­cari: “Per­ché Expo sarà un labo­ra­to­rio di nuove forme di sfrut­ta­mento e lavoro pre­ca­rio, cul­mi­nato con l’impiego di cen­ti­naia di volon­tari illusi di par­te­ci­pare ad un grande evento”, scri­vono i mili­tanti della Rete No Expo. Gli stu­denti. Gli sfrat­tati che da mesi lot­tano per la casa. I migranti. E tutti coloro che sono con­sa­pe­voli che la vetrina mon­diale “per nutrire il pia­neta” non è altro che l’apoteosi di un modello di svi­luppo che non fun­ziona più: “Expo è debito, cemento, pre­ca­rietà, spar­ti­zione, poteri spe­ciali, mafie, cor­ru­zione eco­no­mica ed ideo­lo­gica. E’ una grande occa­sione per le mul­ti­na­zio­nali che affa­mano que­sto pia­neta di rifarsi il trucco”. Sarà un cor­teo per tutti, molto deter­mi­nato, “non esi­stono buoni e cat­tivi: esi­ste un per­corso chiaro”. L’altro fuori pro­gramma del primo mag­gio andrà in scena in piazza della Scala, come fosse sant’Ambrogio. Un pre­si­dio di pro­te­sta della Cub in occa­sione della prima straor­di­na­ria della Turan­dot. Tra gli attori pro­ta­go­ni­sti, Mat­teo Renzi.

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