Expo, tradito lo spirito dell’evento. Petrini: dove sono i contadini?

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sabato 7 febbraio 2015

Il primo a sospettare che le cose non stavano come gliele avevano raccontate è stato il rapper Frankye Hi Energy. Che senza troppi rimpianti ha abbandonato la scena. Spiegando sul suo sito anche il motivo per cui si è sfilato dal ruolo di ambasciatore dell’Expo: «Ho sbagliato a prestare la mia immagine come ambassador di Expo 2015, confidando nel fatto che l’evento avrebbe dato voce anche a quelle realtà che nel mondo combattono la sfida del cibo con tenacia ed ingegno e che a volte vengono sconfitti. Purtroppo la loro voce praticamente non ci sarà». Un calcio micidiale all’immagine dell’Expo costruita con grande accortezza dal marketing. Ora anche un nome di peso come quello di Carlo “Carlin” Petrini prende le distanze: «Ma ad Expo dove sono i pescatori, contadini, formaggiai e trasformatori, tutti quelli insomma che insieme fanno la più grande economia del mondo? – si chiede polemicament il papà di Slow Food, Arcigola, Cheese, Terra Madre, Salone del Gusto – Se questi soggetti non sono protagonisti, costruiamo sulla sabbia la manifestazione». Uno sfogo, quello dei mitico fondatore di Slow Food, arrivato come una pugnalata al cuore di Expo, al tavolo sul made in Italy organizzato da Coldiretti a “Expo delle idee“. Le multinazionali sgomitano per stare in prima fila: speriamo nel business Il “padrone di casa”, il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, prova ad arginare la ruvida schiettezza di “Carlin” Petrini: «porteremo noi gli agricoltori che hanno fatto diventare il made in Italy unico del mondo, le loro storie, i loro volti e le loro esperienze». Ma la mazzata mediatica è di quelle che lasciano il segno. Intanto perché arriva il giorno dopo l’altro abbandono, quello del rapper Frankie Hi-Energy che, per gli organizzatori dell’evento, avrebbe dovuto raggiungere un target ben preciso, quello dei giovani. Poi perché la questione viene posta dal fondatore di Slow Food il giorno in cui le multinazionali che si sono gettate sulla torta dell’Expo presentano i conti. E che conti. Enel fa sapere di aver investito 29 milioni di euro nell’iniziativa. E snocciola con poco gusto i conti della serva: «12 milioni di euro per le infrastrutture elettriche, 7 milioni per l’illuminazione esterna attraverso 8.500 punti led e 10 milioni per attività di promozione e comunicazione». Perché Enel – come altre aziende gigantesche – abbia buttato tutti questi soldi in una manifestazione dove si parla di cibo – soprattutto del cibo che manca nel mondo – lo spiega la stessa azienda elettrica: «Ci aspettiamo un grande ritorno di interesse per le nostre attività da parte dei visitatori e anche dei tecnici dei Paesi partecipanti, che si renderanno conto delle nostre capacità tecnologiche». Il rapper abbandona l’Expo: che vergogna quei ragazzi fatti lavorare gratis «Con questa giornata il Governo si è impegnato nel mettere un “turbo” di idee” per l’Esposizione universale», esulta il commissario del Padiglione Italia di Expo, Diana Bracco, presidente della multinazionale chimico-farmaceutica Gruppo Bracco e vicepresidente di Confindustria. Insomma il cibo c’entra come il cavolo a merenda. Ed è proprio quello che sospettano Carlin Petrini e Frankye Hi Energy, per ora le uniche voci dissonanti di questo sfarzo di soldi e marketing. «Ho sbagliato e chiedo scusa – ammette con amarezza il rapper rivolgendosi dal suo sito ai suoi fans, quegli stessi fans che i manager di Expo speravano di “catturare” grazie al ruolo di ambasciatore offerto al cantante – La direzione che ha preso Expo è diversa da quella che (ingenuamente) avrei sperato, con reali tavoli di dibattito e non solo stand ultracostosi». Frankye Hi Energy non nasconde tutto il suo disappunto, soprattutto dopo aver scoperto che migliaia di ragazzi saranno fatti lavorare gratis, sotto la veste di volontari, in un contesto dove, appunto, piovono milioni di euro investiti dalle multinazionali che sperano di ricavarne indietro almeno il doppio: «Il fatto che migliaia di ragazzi vengano fatti lavorare gratuitamente (ricevendo in cambio il privilegio di aver fatto un’esperienza…) a fronte del muro di miliardi che l’operazione genera è una cosa indegna per un Paese che parla di “impulso alla crescita”. Non voglio sostenere un’iniziativa che non mi rappresenta minimamente». «Noi abbiamo la coscienza molto a posto – cerca di difendersi il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala – da che mondo è mondo quando si organizza un evento come questo i volontari fanno parte del contesto. Noi abbiamo avuto già 16 mila offerte il che vuol dire che c’è un enorme interesse». Quanto all’idea di utilizzare i volontari, rivela Sala, «è stata discussa e approvata con i sindacati». Come se i sindacati rappresentassero ancora i lavoratori. A nessuno sfiora l’idea che le parole pronunciate dal Papa proprio nel suo messaggio all’Expo siano un dito nell’occhio per quanti già si sfregano le mani al pensiero del business che arriverà: Occorre avere, esorta il Pontefice, «uno sguardo e un cuore orientati» con decisione a «risolvere le cause strutturali della povertà. Ricordiamoci che la radice di tutti i mali è la inequità. No, a un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide», conclude Bergoglio citando la sua Evangelii gaudiu.

dal Secolo d’Italia

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